Cecco e Bonaccorso
Cecco e Bonaccorso è una nuova filastrocca ispirata dagli aneddoti de:
“Lo Struscio Fiorentino”
di Franco Ciarleglio.
Cecco e Bonaccorso
Nell’antica Firenze che fu,
Cecco e Bonaccorso
erano amici fin da bambini
e molto tempo insieme
a scuola e giocando,
avevano trascorso.
Cecco era sposato
con moglie e tre figli.
Amava molto leggere,
studiare e viaggiare,
ma non se lo poteva permettere.
Bonaccorso era commerciante
di lana e seta e diventò
un personaggio importante,
ma non avendo mai avuto
voglia di studiare,
era altresì ignorante.
Tornò da un viaggio
di lavoro a Bologna,
passò dall’amico Cecco
che volle sapere della città
delle sue torri e poi gli chiese:
“Come sono le felsinee?”.
Il mercante ignorante
non sapendo cosa dire
andò a chiederlo al padre.
“Le felsinee son le donne bolognesi!
Felsinea era l’antico nome
di quella città!”.
Poco tempo dopo,
Bonaccorso andò a Livorno
e quando ritornò
dall’amico Cecco tornò
e gli raccontò della città.
il calzolaio gli domandò:
“Come sono le labroniche?”.
Colto nuovamente in fallo
il mercante riandò dal padre
che lo rimbrottò:
“Razza d’ignorante!
Labrone era il nome di Livorno
e le labroniche
son le donne livornesi!”.
Il terzo viaggio di rientro
fu da Napoli
e Cecco gli disse
se aveva idee
di come fossero le partenopee.
Di nuovo dal padre
corse a domandare:
“Ignorantissimo figlio!
Che figure mi fai fare?
La leggenda narra
che la dea Partenope
innamorata di Ulisse
non fu contraccambiata
e morì lì in quella città.
Per questo i napoletani
sono chiamati partenopei
e partenopee sono le donne!”.
L’ultima volta invece,
tornò da un viaggio a Venezia
e memore delle brutte figure
dopo tutte quelle avventure,
alla domanda di Cecco:
“Come sono le gondole?”,
l’ignorante setaio
gli rispose secco:
“Ne ho conosciute un paio!
Sono donne belle, intelligenti,
simpatiche e divertenti!”.
Firenze, 1/11/2020 ore 16.30
immagine: https://www.spiderviaggi.com
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