Notte d’Agosto

di Maurizio De Cicco

Notte d’Agosto

3 Febbraio 2025 Poesie 4

 

 

Notte d’Agosto

 

Ci sono momenti in cui le nostre vite attraversano uno spazio buio. Ci sentiamo persi, smarriti, abbandonati e perseguitati con pensieri poco edificanti. Tristezza e la tendenza a deprimerci, non aspettano altro che passare all’attacco, aggredendoci come un famelico nemico. Nella notte oscura e tempestosa, vuole approfittarsi delle nostre debolezze, insinuate dalla sfiducia. E’ come se fossimo davanti ad un serpente sibilante, paralizzati da tale paura e che voglia sconfiggerci. E invece, in uno di quei momenti, potrebbe succedere che qualcosa o qualcuno dentro di noi, si voglia ribellare ad una sorte troppo facile da seguire.

Forse l’anima, stanca delle angherie del mondo della forma, distoglie lo sguardo dal basso e lo volge speranzosa verso l’alto?

 

 

Notte d’agosto.

 

 

Ricordi che affiorano alla mente,

come se fossero passati

solo pochi giorni.

Invece da quella notte d’agosto

del millenovecentonovantotto,

sono passati “appena” ventisette anni.

Zingareggiando per i poggi

della Maremma, senza meta

e alcuna voglia di tornare a casa

in quella Follonica sul mare,

arrivato sul colmo di un colle

accostai l’auto sul ciglio della strada,

spensi le luci lasciando accese

quelle lampeggianti di emergenza.

In quell’improvviso

e silenziosissimo buio,

con un impercettibile

refluo di sottile vento,

scendendo dall’auto in sosta

feci seguito alla tua domanda

sul perché di quella improvvisa fermata.

“Qui dovrebbe andare bene”, risposi.

Alzai di scatto la testa al cielo

e parlai a mia volta:

“Guarda un po’ lassù…”.

In quel silenzio irreale

nel deserto più buio,

come era quel periodo

delle nostre vite,

volgesti lo sguardo al cielo.

Ricordi?

Rimanemmo come due “bischeri”

a rimirar le stelle

circondati, avvolti e immersi

nell’indescrivibile marea stellata

della Via Lattea,

che sembrava si potesse

toccare con un dito.

A quella vista, subitamente

restammo in silenzio,

perché qualsiasi parola

avrebbe interrotto la magia

di quell’indimenticabile momento.

Incredibile, ma vero

si ammutolì anche ogni nostro pensiero.

Davanti alla Maestà dell’Infinito

nessuno può permettersi

di parlare e di pensare.

Occorre solo sapere ascoltare

quello che il Creatore

ci vuole comunicare

attraverso il Linguaggio delle Stelle.

So che a rivivere quei momenti

ti verranno i lucciconi agli occhi,

ma almeno una volta nella vita

volgere lo sguardo verso l’Universo,

ammirando l’Opera che nessun uomo mai,

potrà riprodurre, nemmeno

con una fedele fotografia,

è una di quelle sensazioni

ed esperienze indelebili

che non potranno venire cancellate,

perché scolpite nella memoria

come parole su roccia

con mazzuolo e scalpello,

rimanendo impresse soprattutto

nell’ardente cuore,

e forse anche nel freddo cervello.

Pensa se vivessimo tutti i giorni,

memori di quella mezz’ora

passata in scioccante silenzio

che sembra ancora ieri,

mentre eravamo quasi trent’anni fa

in quella notte d’agosto,

su di un poggio, a Montieri.

 

 

Firenze, 26/1/2025 ore 8.16

 

 

Immagine: dal web

 

4 risposte

  1. Fabrizio ha detto:

    La prefazione lasciava trasparire l’introduzione ad un libro giallo! La poesia è diretta, lineare, comunica chiaramente i sentimenti e le sensazioni che molti di noi (magari qualche anno addietro) possono aver avuto durante una bella ‘notte d’agosto’!

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