Il giorno del quattro novembre
Il giorno del quattro novembre
Il quattro novembre 1966 avevo cinque anni (da compiere), quando Firenze e molte altre località della Toscana, tra le quali Grosseto, furono colpite da alluvioni impressionanti. Abitavo ancora nella natia Milano. Nel 1986 mi sono trasferito a Firenze ed ho visto le immagini in una videocassetta uscita nel 1996. Ad un certo punto ho dovuto fermare il nastro perchè le lacrime mi stavano impedendo la vista. Non oso pensare a chi ha vissuto quelle scene in prima persona. Un aggettivo che mi viene in mente è: devastante. La tracimazione dell’Arno credo che non abbia allagato solo la città, ma ho avuto il sentore che qualcuno si possa essere sentito “alluvionato dentro”. La tragedia della guerra che era terminata da poco più di 20 anni, non era stata cosa semplice da superare per nessuno. Anche in questo caso, la reazione dei fiorentini e di chi è venuto in loro aiuto per i danni dell’alluvione, è stata esemplare.
La seguente poesia è scritta con versi in novenario, cioè composti da nove sillabe dove l’accento cade sulla seconda, quinta e ottava sillaba. Qualche verso ha otto sillabe, altri ne hanno dieci. Eppure sono tutti di nove…
Il giorno del quattro novembre
Il giorno del quattro novembre
il fiume dal letto s’alzò
e l’Arno cantato d’argento
un mare di fango divenne
lasciando la scia di sé
d’un segno tuttora presente.
Gli androni d’alcuni palazzi
ancora odorano dell’acqua
col classico tanfo di muffa.
Sui muri si notano targhe
dell’Arno dov’era arrivato
uscendo dal greto del fiume,
sortendo nel tempo passato.
Firenze s’è sempre rialzata,
la gente s’è data da fare,
da molti gli aiuti venuti,
nessuno che l’ha abbandonata.
Ricorda o Fiorenza col Giglio
la storia dell’arte nel cuore,
ricordati d’ogni tuo figlio
che grande t’ha fatta nel mondo.
Rammenta gli sfarzi vissuti,
non fare rivivere più
le turbe dell’Arno d’argento,
perché si rifletta dal cielo
il manto di stelle splendenti
specchiato nei cuor degli amanti.
Firenze, 3/11/2021 ore 17.05
Immagine: Corriere.it
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6 risposte
Bella poesia. Complimenti Maurizio. Ricordo quel giorno a Grosseto ed anche sera prima, affacciato alla finestra. Non si vedeva nulla da quanta acqua veniva giù.
Grazie per l’apprezzamento e per la tua testimonianza diretta. L’alluvione a Firenze attrasse l’opinione pubblica mondiale, ma anche Grosseto e gran parte della Toscana non furono risparmiate dalla furia dell’acqua…
Avevo 12 anni nel 1966 e ricordo benissimo che passammo la notte a controllare il livello dell’acqua in strada che saliva piano ma sempre di più. Fummo fortunati perché l’acqua si fermò ad un dito della fine del gradino del portone. Invece, purtroppo, dai miei cugini a Brozzi, il livello dell’acqua raggiunse i 5 metri, fu un disastro. Bravo Maurizio, meritano un ricordo i tanti fiorentini e la tanta gente accorsa da ogni parte del mondo in aiuto alla bella Firenze. Furono chiamati “gli angeli del fango”
Grazie per le belle parole. In effetti questi disastri devono servire di monito affinchè non accadano più tragedie del genere. I fatti però, dimostrano che…
Meravigliosa!
Grazie mille, Carolina!!! La Metrica dà ordine ai versi dando un ritmo alle parole, che fanno vibrare certe corde…