Anche le querce fanno i limoni

di Maurizio De Cicco

Anche le querce fanno i limoni

3 Marzo 2023 Filastrocche 2

Anche le querce fanno i limoni

Tutti sappiamo che il frutto della quercia è la ghianda. In Maremma, dove sono cresciuto e in Toscana in generale, quando accade un fatto straordinario, praticamente un miracolo, oppure con tono sarcastico, ironico e goliardico, si usa pronunciare questo motto. Nel 2019, ispirato in questo senso, ho scritto questa filastrocca “inedita”.  Adatta ai grandi e ai piccini, mi auguro possa essere di gradimento ai lettori.

 

Anche le querce fanno i limoni

 

Un seme portato dal vento,

trovò una terra straniera,

poi l’acqua, il sole,

le belle stagioni:

alcuni semi suoi amici,

gli fecero mettere,

le proprie radici.

Non erano troppo felici,

quelli nati nel posto,

pini, oleandri, magnolie,

guardavano la quercia,

con gran diffidenza.

Quando arrivava la primavera,

tutte fiorivano in certa maniera,

vedevi il bianco dei mandorli,

il rosa del pesco,

il giallo dell’acacia,

e via così per ogni pianta in fiore,

uno specifico colore.

Il tempo passava, la piccola quercia,

si ingigantiva e grande diventava,

i suoi fiori apparivano strani,

qualcuno era verde,

altri erano gialli,

sia maschi che femmine,

e i suoi frutti, nessuno coglieva,

perché mangiare non si potevano.

Gli altri alberi la guardavano

in modo assai strano,

ma essa ancora s’alzava

e s’allargava, e sulla sua testa,

un enorme cappello portava.

Avvenne che un giorno,

in un di di festa,

il sole era forte,

e caldo faceva,

però quella querce,

dell’ombra aveva.

Si misero tutti sotto

quel fresco giaciglio,

il babbo, la mamma,

la figlia, il figlio,

amici e parenti,

di quella famiglia.

D’un tratto scoppiò un temporale,

ed il fuggi fuggi, fu generale.

Ci furono tuoni, lampi, saette,

e poi Giove Pluvio,

che era arrabbiato,

dei fulmini infine

aveva scagliato.

Qualcuno rimase,

lì sotto al riparo,

però era ignaro,

del pericolo corso:

mai si deve cercare riparo,

sotto un albero

quando impera il temporale.

Infatti, la querce fu colpita,

da un fulmine, in pieno,

e su quel terreno,

dov’era cresciuta,

salvò agli umani la vita,

ma la sua era finita.

Stroncata da quella saetta,

rimase in due piegata,

non c’era più niente da fare.

Andarono dunque per farla tagliare,

ma ebbero tutti una grande sorpresa:

sentirono un forte profumo,

pareva di zagara e di bergamotto.

Guardarono bene e

alzando gli occhi,

videro dei frutti,

gialli oro come il sole.

Rimasero proprio stupiti,

e non tagliarono mai quella pianta,

che salvò loro la vita,

perché al posto delle ghiande,

trovarono dei limoni,

e di fiori adornata… fiorita.

 

Leutasch, 24/11/2019 ore 7.09

 

Immagine

https://www.benesserecorpomente.it/oak-conoscere-incontro-quercia/

 

2 risposte

  1. Simona Fanti ha detto:

    La sua bellezza è commovente, la trovo a dir poco stupenda 😍❤

    • Maurizio De Cicco ha detto:

      Grazie Simona!!! Ci sono dei modi di dire nella cultura popolare, che hanno origini lontanissime. Questo è un motto toscano del quale ignoro la causa che l’ha generato, ma ho provato a dare una mia personale interpretazione. Contentissimissimo che ti abbia colpito in profondità.

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