Asibiri, Giggi Rriva

Asibiri, Giggi Rriva

Poco prima l’inizio dell’incontro di calcio tra il Napoli e l’Inter,

finale della supercoppa italiana,  è arrivata la notizia della scomparsa del più grande marcatore della nazionale italiana: Luigi Riva da Leggiuno (Va), detto Gigi e bandiera del Cagliari di Manlio Scopigno allenatore della squadra sarda con cui vinse l’unico storico scudetto nel campionato 1969/70. La prima volta che una squadra non del nord, si aggiudicò il titolo tricolore. Qui vorrei ricordare l’uomo e il campione che ha regalato momenti indimenticabili a tutti gli italiani e a noi bambini, che “interpretavamo” sia lui che altri grandi calciatori dell’epoca, nelle nostre partite di calcio sia per strada che in improbabili spazi e campi sterrati: Boninsegna, Mazzola, Rivera, Altafini e molti altri ancora a seconda del ruolo ricoperto. Sarebbe troppo facile stigmatizzare i fischi del pubblico di Riyad, dove si è svolto l’incontro (mah…), solo perché quella cultura non riconosce il silenzio per i defunti, ignorando la cultura di chi sta ospitando. Chi di dovere si farà sentire nei modi giusti (speriamo). Quindi pubblico questi miei versi, in ricordo, onore e memoria del più grande marcatore della nazionale italiana. In lingua sarda, asibiri significa Arrivederci…

Asibiri, Giggi Rriva

Un rombo di tuono

si udiva nel cielo,

ma qui sulla terra

gonfiava le reti

con tutto il rispetto

dei propri avversari.

Finiti quei tempi,

passata la piena

sotto ai ponti,

il fiume imponente

sfociava nel mare.

Da questo mondo

dobbiamo sloggiare,

in questo mondo

dovremo tornare.

Chissà come

e soprattutto,

chissà quando.

Sei stato leggenda

e non solo sul campo,

mai una parola fuori posto

mai uno scandalo

ti ha visto coinvolto.

Un grande uomo,

un grande sportivo

un grande esempio.

A te giunga un grande evviva:

“Asibiri, Giggi Rriva!”.

Firenze, 23/1/2024 ore 7.17

Immagine: Eurosport