Baratti, Populonia e Isola d’Elba
Baratti, Populonia e Isola d’Elba
A 35 km da Follonica verso Piombino, torniamo indietro nel tempo di circa 2600 anni. Ci troviamo nello splendido Parco di Baratti e Populonia dove si possono apprezzare le opere e le testimonianze della vita degli Etruschi. Incantevole anche la vista dell’insenatura del Golfo di Baratti che vanta un porto turistico. L’Anfora d’argento ritrovata nel mare davanti alla località Etrusca e attribuibile al IV sec. a.C., si può ammirare nel Museo archeologico di Populonia, a Piombino.
Dalla città famosa anche per le sue acciaierie, ci si imbarca per arrivare sull’Isola d’Elba.
Piombino e Portoferraio distano un’ora di traversata, mentre sempre dalla terraferma a Rio Marina occorrono 45 minuti. Volendo si può attraccare per poi sbarcare a Porto Azzurro in un’ora e 15 minuti. Da queste tre località si può procedere visitando l’Isola con escursioni nell’entroterra o sulla costa. Famosa per essere stata la sede dell’esilio di Napoleone Bonaparte. Non tutti sanno che il nome Elba deriva da Ilva, così chiamata in antichità dagli Ilvati che abitavano l’Isola ricca di giacimenti di ferro. A Follonica è tutt’ora presente, ma dismessa da tempo, la prima fonderia di ghisa nata in Europa, che appunto si chiama Ilva.
Oltre ai luoghi in cui l’Empereur francese passò gli ultimi 10 mesi della sua vita a Portoferraio in Villa dei Mulini e Villa San Martino, si possono ammirare resti di antiche ville romane, la Torre di San Giovanni, la Fortezza di Montemarciale e quella del Volterraio. Ideale per gli appassionati subacquei, anche quella di Baratti-Populonia-Elba è un’escursione da non perdere. Visitando l’antica Ilva si possono notare le famose targhe apposte sulle case che citano il passaggio o un soggiorno di Napoleone. Tranne che in una dove il goliardico, ma sincero autore ha scritto: “Qui Napoleone non c’è mai stato”, o cosa analoga. La citazione è a memoria.
Trovandoci sull’Isola d’Elba è impossibile non degustare il tipico vino Aleatico. Si può intuire perché sia sempre stato definito “Il Nettare degli dèi”.
Immagine dal web
arezzo filastrocche firenze i miei libri maremma maurizio de cicco poesie poeticando roma siena