Il pievano burlone
Anche “Il pievano burlone” è una filastrocca ispirata da un racconto
pubblicato ne:
“Lo Struscio Fiorentino”
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Il pievano burlone
Arlotto Mainardi
visse nel milleequattrocento
e per sua vocazione
divenne sì pievano,
ma al tempo stesso
come ragazzo d’altri tempi,
rimase un gran burlone.
Nel viaggio di ritorno
da quel del Casentino
una tempesta d’acqua,
con freddo, ghiaccio e neve,
lo colse di sorpresa.
“Con questo tempo
è una gran banda”, pensò,
“meno male che qui c’è una locanda.
Un pasto caldo
e una comoda branda.
Ecco quel che mi ci vuole”.
Entrò in quel locale,
ma l’oste dispiaciuto
non potè accettare
un altro commensale
perché era tutto pieno.
Nemmeno c’era posto per dormire.
Allora il pievano Arlotto
cominciò a ragionare
con voce sostenuta:
“Ahimè! Povero sventurato!
Son davvero sfortunato.
Ora come farò
che danaro più non ho!?
Eppur mi son fermato per pregare
davanti al Crocifisso
al trivio del paese.
Nella mia sacca avevo
le offerte per le chiese
raccolte in più d’un mese!”.
Sentendo quelle parole
piano piano smisero
tutti di mangiare
e coperti coi propri mantelli
quatti quatti, alla chetichella,
uscirono tutti
svuotando la locanda
belando come pecore
seguite dagli agnelli.
Arlotto soddisfatto
con un sorrisino da bambino
guardò allora l’oste
che senza fargli domande
ed aspettarsi risposte,
capì che quel piovano
gliela aveva fatta bella
e per la loro avidità
li aveva ben gabbati
finemente buggerati.
“Ben gli sta, caro pievano.
Avevano cibo e giaciglio caldo.
Hanno lasciato tutto
per patire ghiaccio e freddo
alla ricerca invana
d’una sacca di denari inesistente”,
Arlotto allora alzò il mantello
mostrando all’oste
la sacca coi fiorini.
“Ne ho per pagare il cibo
e un comodo giaciglio”.
“Caro pievano.
Con la lezione che avete insegnato
nessun danaro dovrete sborsare.
Speriamo abbiano imparato
che l’avidità di danari
porta guai che non hanno pari.
Ma quella che fa più danni e rumore,
è l’avidità dell’uomo
che dimora nel proprio cuore”.
Arlotto Mainardi
mangiò, ringraziò e dormì,
Il giorno dopo,
accompagnato dal sole,
si mise in viaggio e ripartì.
Firenze, 30/10/2020 ore 8.31
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