La bottega di Mastro Rodolfo
La bottega di Mastro Rodolfo
Premetto che l’immagine in evidenza non è nè in Borgo Pinti e nemmeno a Firenze, ma rende l’idea per illustrare la filastrocca che segue. Le burle in Toscana sono sempre state all’ordine del giorno così come l’ironia ed una buona dose di sarcasmo. Aggiungiamo pure un pizzico di irriverenza e il piatto è servito. No?
La bottega di Mastro Rodolfo
Mastro Rodolfo era un artista.
Nella sua bottega in Borgo Pinti,
si restauravano opere d’arte,
fra cui statue, mobili e dipinti.
Accettava di ridare vita
ad ogni cosa, ma non si sa perché,
detestava il colore rosa.
Un giorno capitò una fanciulletta
che chiese al maestro
di potere lavorare
nella sua bottega d’arte:
“Mastro Rodolfo,
mi chiamo Gioietta,
vorrei un giorno
avere il capo cinto
di foglie di lauro,
guadagnate imparando
l’arte del restauro!”.
Rodolfo rimase impressionato,
i giovani d’allora
non ne volevano sapere
né di studiare,
né di lavorare,
ma pensavano solo a divertirsi.
Strano a dirsi
che una fanciulla giovane e carina,
si fosse presentata a lui
quella mattina.
Essendo assai brava,
veniva trattata
con grande rispetto
e mastro Rodolfo
allegro e burlone
faceva battute
ai suoi lavoranti
simpatiche e frizzanti.
Nessuno replicava
alle battute del maestro,
ma Gioietta ribelle,
non volle cadere
in quel grigio capestro.
Attese il calare della notte
con due suoi compagni
si recò all’uscio della bottega.
Tutti e tre
non stavano più nella pelle,
e scrissero sul portone:
“Mastro Rodolfo burlone”.
La mattina dopo
leggendo quella scritta,
il noto artista
ebbe una reazione violenta,
inaspettata, esagerata.
Ordinò immediatamente
che quel giorno
i tre lavoranti
avrebbero dovuto fare
soltanto una cosa:
coprire la scritta.
I tre bravi ragazzi
ci rimasero male
e dipinsero il portone
cancellando l’innocente
frase scherzosa.
Memori dei gusti del maestro
gliela tinteggiarono di rosa!
Firenze, 1/11/2020 ore 11.16
Immagine dal Web
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4 risposte
Bravo Maurizio! Filastrocca allegra e gioiosa. Ogni tanto ci vuole!☆
Ai tempi dei tempi e alle volte neanche tanto lontani, a Firenze e in Toscana, le burle erano praticamente all’ordine del giorno. Allegria, spensieratezza e voglia di divertirsi… bei tempi!!
Davvero carina. Mi ha fatto tornare i mente gli scherzi che facevamo agli adulti del paese da bambini.
Grazie per la tua capacità di rendere vive le situazioni che descrivi.
Grazie a te Benedetta. In effetti da bambini ci divertivamo in un altro modo. Poi è divertente anche per me descrivere certi aneddoti, come se fossi lì a viverli…